lunedì 4 agosto 2014

RAVIOLI CINESI MEDITERRANEI




Una delle cose che ho imparato da quando ho aperto questo blog è che le soddisfazioni maggiori arrivano dalla condivisione. Si conoscono attraverso questo mezzo tante persone che coltivano la stessa passione, si passa a trovarle e loro ricambiano la visita. Si abita in luoghi distanti tra loro eppure, farsi visita a vicenda è un po’ come andare a prendere il tè da una cara amica per scambiare quattro chiacchiere, raccontarsi, divertirsi, conoscersi e imparare tante cose.

Flavia ha ideato un gioco proprio all’insegna di questa condivisione, ideando un contest, The Recie-tionist, che seguo da lontano da un po’ non riuscendo a prendervi parte attivamente. L’idea è semplice ma geniale al tempo stesso: si va a casa di una amica blogger, la recipe-tionist del mese (dove per andare a casa ovviamente si intende fare un giro sul suo blog) e si replica una delle sue ricette, tale e quale per quanto riguarda gli ingredienti (o variandone al massimo uno solo), con la possibilità se si vuole di modificarla nell’esecuzione.

Per tornare al discorso della condivisione, capita a volte di stabilire una sintonia particolare con qualcuno e anche di passare dal virtuale al reale e di conoscersi di persona. Ecco, in questa ricetta c’entrano ben tre amiche speciali, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente e con cui spero di poter approfondire in futuro la conoscenza sperando di rivederle presto.

Una è la vulcanica (in tutti i sensi visto il bellissimo e scoppiettante carattere e simpatia di cui è dotata ma anche il vulcano ai piedi del quale vive) padrona di casa, Flavia.
La seconda è la mia catalana preferita, l’incantevole Mai, che è la recipe-tionist del mese e di cui ho replicato una ricetta.
La terza è la dolcissima Ale, con cui ho grande sintonia da quando l’ho conosciuta grazie a una pinza (siamo su un blog di cucina quindi per pinza intendesi sempre qualcosa di commestibile, ovvero la pinza pasquale triestina) e grazie alla quale ho imparato a fare gli jiaozi, ovvero i famosi ravioli cinesi.
Grazie a queste tre amiche sono nati questi mediterranean jaozi, questi strani ravioli cinesi mediterranei, ed è a loro che dedico questa ricetta.

Ecco, avrò sicuramente fatto la figura di quella a cui piacciono le smancerie, normalmente non è così, ma quando ci vuole... ;)

Curiosare nel blog di Mai, Il colore della curcuma, è come tuffarsi in un mondo magico, perché lei è un po’ magica. I suoi post sono sempre speciali e le sue parole mai banali. E le sue ricette spettacolari.
Sono tante quelle che mi hanno colpito. Molte me le ricordavo per averle già viste in passato, alcune le ho scoperte in questa occasione. Insomma, è stato davvero piacevole fare un giretto a casa sua.

La cosa divertente è che con questa ricetta abbiamo creato una specie di rotolo, che è un po’ quello che mi accomuna a Mai, perché noi abbiamo scoperto che cuciniamo cose arrotolate molto simili quasi contemporaneamente ma ancora non abbiamo capito che cosa voglia dire questa cosa :)
Una specie di rotolo per due motivi: il primo è che la ricetta che ho deciso di replicare è il suo strucolo pugliese che è appunto arrotolato; il secondo è che ho scelto una ricetta che lei aveva preparato per l’mtchallenge di febbraio, quello in cui ero stata io a scegliere il tema della sfida, e così il cerchio si chiude, ho scelto io lo strudel, lei ha fatto lo strucolo pugliese e io con i suoi strepitosi ingredienti lo rifaccio a modo mio; il terzo motivo è che si parte da Trieste, si passa per la Catalogna, si fa un salto in Sicilia, poi un viaggetto in Cina già che ci siamo e poi si approda in Puglia, un’altra cosa che ho in comune con Mai e io e lei sappiamo bene a cosa mi riferisco… :)

Per farla breve, il suo strucolo pugliese mi aveva colpito tantissimo, era ripieno di scarola, olive, acciughe, uvetta e pinoli e veniva adagiato su una particolarissima salsa di pomodoro preparata con le cipolle caramellate e il brandy. E visto che la pasta dello strucolo bollito è praticamente la stessa che viene usata per fare i ravioli cinesi, usando gli stessi ingredienti e abbinamenti proposti da Mai, ho fatto invece dello strucolo degli jiaozi. La salsa al pomodoro è stata una scoperta incredibile. Le cipolle caramellate e il brandy (che mai avrei pensato di mettere in una salsa di pomodoro, ma che bene che ci sta!) la rendono speciale e buonissima, la riutilizzerò sicuramente anche per altre preparazioni. E visto che dalla Puglia siamo andati a finire in Cina, ho aggiunto alla salsa anche un po’ di zenzero fresco, che le ha conferito un tocco orientaleggiante.

MEDITERRANEAN JAOZI

 


Ingredienti per una quindicina di jiaozi
per la pasta
150 g di farina 00
sale

per il ripieno
1 cespo di indivia scarola
1 acciuga salata
4 olive nere kalamata
10 g di uvetta
10 g di pinoli

per la salsa
7 pomodori ramati molto maturi
1 cipolla dorata (media)
1 cucchiaio di zucchero mascobado
3 cucchiai di brandy
1 cucchiaino di zenzero fresco macinato
sale e olio extravergine d’oliva

Preparate la pasta per i ravioli.
Scaldate un po’ d’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando fino ad ottenere un impasto compatto e sodo. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz’ora. 

Preparate il ripieno.
Sminuzzate grossolanamente la scarola, lavatela bene e fatela scolare ma non centrifugatela.
In una padella tostate i pinoli e poi metteteli da parte.
Snocciolate le olive e sminuzzatele. Lavate l'acciuga per togliere il sale e sminuzzatela.
Versate dell’olio in una padella, fatelo scaldare, aggiungete l'acciuga e dopo qualche secondo le olive, quindi la scarola e l’uvetta. Coprite con un coperchio, fate cuocere mescolando spesso fino a quando l’acqua che avrà rilasciato la scarola si sarà del tutto consumata. Aggiungete i pinoli e fate raffreddare.

Preparate la salsa
Pelate i pomodori, tritateli e metteteli da parte. Sbucciate la cipolla, tagliatela a fette sottili e fatela soffriggere in una padella capiente con dell'olio caldo a fuoco dolce. Quando la cipolla è trasparente e morbida, aggiungete lo zucchero e fatela caramellare per un paio di minuti. Versate il pomodoro, amalgamate per qualche minuto, versate il brandy, fatelo sfumare, aggiungete lo zenzero tritato e fate cuocere il sugo a fuoco dolce fino a quando si sarà ben ristretto. Fate raffreddare e riducete il tutto in un crema liscia con il frullatore ad immersione.

Prendete la pasta e stendetela sottile. Il procedimento per preparare gli jiaozi in realtà prevede che venga formato un rotolo con la pasta dal quale si tagliano delle rondelle che poi vanno stese a una a una per formare dei dischetti. Bisognerebbe però avere quel tipico e piccolo mattarello che solitamente viene utilizzato a tale scopo ma soprattutto tanto tempo (per chi come me che non ha l’esperienza di una donna orientale in materia) e tanta pazienza. Quindi io di solito faccio così: stendo la pasta il più possibile sottile, quindi, con un coppapasta rotondo del diametro di 7 centimetri ricavo dalla sfoglia dei dischi. Reimpasto gli scarti e continuo fino ad esaurire l’impasto. Nel caso i dischetti di pasta dovessero essere un po’ spessi li ripasso a uno a uno con il mattarello velocemente per appiattirli ulteriormente.
A questo punto prendete con un cucchiaino un po’ di ripieno e sistematelo al centro di un dischetto di pasta. Chiudete il dischetto a mezzaluna facendo aderire i due lembi di pasta solo al centro, quindi chiudeteli sovrapponendo i lembi sia da una parte che dall’altra per far sì che abbiano la tipica chiusura merlata degli jiaozi. È più difficile spiegarlo il procedimento che farlo. Magari prossimamente illustrerò in un post le varie fasi.
Farcite la pasta fino ad esaurimento degli ingredienti e cuocete gli jiaozi. Si possono cuocere a vapore, in brodo o sulla piastra. Io li ho cotti su piastra, perché è così che mi piacciono di più. Il procedimento è quello che ho imparato leggendo il post di Ale, è semplicissimo e il risultato è fantastico.


Disponete i ravioli senza nessun tipo di condimento su una piastra o in una padella antiaderente uno accanto all’altro, ma senza che si tocchino. Fate scaldare la piastra e quando è ben calda versate all’interno un po’ d’acqua, non ce ne vuole molta, è sufficiente che raggiunga un’altezza di circa mezzo centimetro. A questo punto coprite la padella con un coperchio e alzate il fuoco al massimo, vedrete formarsi all’interno molto vapore. Quando l’acqua si sarà del tutto consumata togliete il coperchio e versate nella padella un po’ d’olio (normalmente si usa l'olio di semi di arachide ma in questo caso, visto il tipo di ripieno, ho usato dell'olio extra vergine d'oliva), fate cuocere i ravioli ancora un paio di minuti in modo che si formi la caratteristica crosticina. Spegnete il fuoco e togliete i ravioli dalla padella, verranno via molto facilmente.




Disponeteli in un piatto e accompagnateli con la salsa di pomodoro.

Con questa ricetta partecipo al contest di Flavia, The Recipe-tionist di luglio,  dove la Recipe-tionist del mese è Mai, del blog Il colore della Curcuma, che ci ha ospitato a casa sua.